sabato 26 novembre 2011

PROPERZI VS GIOVANNELLI

Era il lontano 1997, lItalia veniva da un periodo molto positivo. George Coste, l'allenatore, aveva plasmato una squadra a sua immagine e somiglianza. Giocavano a memoria e basavano il loro gioco sulla una difesa straordinaria, ma soprattutto erano un gruppo unito dall'ambizione di entrare nel grande rugby. Ad ogni costo. Negli anni avevano fatto un lungo percorso di crescita fino a convincere il comitato del vecchio "5 Nazioni", ad inserirli nel torneo a partire dal 2000. Quell'anno c'era "solo" da confermare al mondo che la decisione, storica, di essere stati ammessi al grande rugby, era meritata. 
La partita era Francia-Italia. La francia aveva appena conquistato il Grande Slam la settimana prima e ci aspettava a Grenoble, città con una grandissima comunità italiana.
Il ritrovo era fissato sulle colline intorno a Torino, in un convento… C'era la prima squadra e la Nazionale A, dove io ero convocato. Ci allenavamo insieme, o meglio, facevamo tutti il riscaldamento col prof. Isaia Di Cesare con i suoi "cerchi congentrici" e gli "skip di 50m più allunghi infiniti". A pensarci sembrerebbe che prendesse spunto da Mazzinga Z. Poi le due squadre si separavano ed ognuno preparava la propria partita nella sua porzione di campo. Altri tempi…
Al primo giorno di allenamento, uno dei senatori e pilastri della squadra, Franchino Properzi, non era ancora arrivato. Nelle file dello staff la cosa aveva portato un certo sgomento, visto che nessuno sapeva il motivo del suo ritardo ma soprattutto dal fatto che rimpiazzarlo era un impresa impossibile. Mi sono sempre chiesto perché lo chiamassero "Franchino", era ed è ancora un colosso di uomo ed ha un aspetto abbastanza intimidatorio, per non parlare della fama che lo precede in ogni sua uscita pubblica.
Insomma "Chino" non c'è. Aspettiamo qualche minuto poi l'allenamento comincia con il cavallo di battaglia del Prof. Isaia. "Cinque giri congetrici". Ho il cuore in gola, sono alla mia prima convocazione in Naz A ed ho la fortina di allenarimi con la maggiore, non avrei mai potuto desiderare di meglio. Cominciamo a correre, guardo i miei idoli come si allenano, Giovannelli, Vaccari, Cutitta, Francescato, Dominguez, Gardner, Orlandi e molti altri. C'è anche Gianluca Guidi, che forse non ha la storia degli altri, ma da quando sono piccolo che lo vedo giocare nella prima squadra del Livorno ed in quanto a presenza scenica, non è secondo a nessuno. Sono tutti seri tranne lui che fa una battuta dopo l'altra…quanto lo capisco, quello è DNA.
Mentre si sta concludendo l'ultimo dei 5 giri, sentiamo un ruggito provenire dal tunnel degli spogliatoi…i nuovi arrivati non si rendono conto subito della situazione, ma dalle facce dei senatori si capisce che sta per succedere qualcosa. Si sentono i passi di una persona che sta procedendo deciso e urla ingiurie a destra e manca. Un dirigente si fionda all'interno nel tentativo di calmare il nuovo arrivato. Ormai tutti hanno capito di chi si tratta…"Franchino".
Il capitano, Massimo Giovanelli, ci ferma per fare un po' di stretching. Mentre ci sistemiamo in cerchio non possiamo fare a meno di guardare verso l'accesso al campo. Franchino è enorme e incazzato nero. Tiene in mano una piccola borsetta per l'allenamento che lancia in panchina appena mette piede in campo. Piccola…sembra piccola, ma non lo è.
"Chi cazzo ha scelto questo posto di merda per fare questo raduno! E' in culo al mondo! Arghh…" 
Non ricordo molto bene quello che disse precisamente, ma era davvero fuori di sé e non era una buona notizia. Qualcuno gli si avvicina per salutarlo e calmarlo, qualcuno che un attimo prima era scocciato per il ritardo gli va incorro docile per dirgli di non preoccuparsi se era arrivato qualche minuto dopo. Sai sono cose che succedono… Ma lui non si calma e continua ad inveire contro gli organizzatori ed il posto a suo dire irraggiungibile.
A questo punto si muove Giorge Cost in persona che lo affronta e cerca di riportarlo alla ragione. Come primo impatto con la Nazionale non c'è male…
Alla fine anche il Giova di decide ad intervenire. Va verso la panchina dove Chino stava cambiandosi, e cerca di parlargli. In risposta riceve un insulto e lo stesso trattamento degli altri. Qui le cose cambiano. Sono due "Capibranco". Anche il Giova alza la voce, si inalbera. Chino si alza dalla panchina e lo affronta. Si avvicinano scambiandosi brutte parole. Si teme il peggio… Dopo gli insulti gli sguardi, sono a pochi centimetri l'uno dall'altro e si affrontano impettiti. Nessuno dei due abbassa lo sguardo. Roba da pelle d'oca.
Noi intanto facciamo stretching…Guidi: "un milione di lire per chi va a dividerli…" Risatine…uno risponde: "ma non ci basterebbero di ospedale…" altre risatine, ma proprio ine, se uno dei due ci sente son cazzi…
Alla fine il più coraggioso si rivela Coste, che si butta in mezzo ai due che stavano preparandosi a menare le mani. "Forza ragazzi, così ci facciamo solo del male, ci rimettiamo tutti, fatelo per me!".
Parole magiche dette da un padre. Ecco chi era Coste per quella squadra. Risolta la contesa, anche solo momentaneamente, ma risolta.


Riprendemmo il nostro riscaldamento senza i due e l'allenamento continuò con una "lieve"tensione. Tanto per concludere, la partita la vincemmo noi, anche alla grande e quella rimane ancora oggi una delle più belle prove di sempre offerte dalla nostra nazionale!

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