giovedì 15 dicembre 2011

IVAN FRANCESCATO

E' molto difficile ricordare il mito Ivan, provo a raccontare un piccolo aneddoto su di lui.
Chi era Ivan Francescato? Per quanto mi riguarda, era il mio idolo e modello da seguire. Quando arrivai a Treviso per la mia prima avventura in biancoverde, non fu facile adattarmi alla mentalità di grande squadra e soprattutto alla città. Treviso è accogliente e carina, ma come è noto non è una città che ti accoglie e ti coccola come un figlio. Se nasci in zona bene, ma se ci vieni a vivere per lavoro o simili, devi conquistarti la fiducia ed il rispetto dei cittadini comportandoti a dovere. Niente di male, ma per un ragazzo di 18 anni ancora da compiere senza famiglia o amici vicino, non è facile. Diciamo che sono stati anni duri, sotto l'aspetto sentimentale.
Ero venuto per giocare a rugby e studiare. E questo facevo. Ma gli allenamenti in prima squadra con gente come Isi Trevisiol, Guido Rossi, Annibal e vari vecchi personaggi non erano proprio facili da affrontare. In più c'era un certo Troncon, nel mio ruolo, che stava emergendo a livello mondiale. Insomma prendevo un sacco di botte e chiacchere zero. Soddisfazioni davvero poche.
Ivan era uno che scherzava sempre e dopo le prime settimane fu il primo dei vecchi senatori che mi rivolse davvero la parola con interesse. Non capii gran chè, visto che parlava sempre in dialetto stretto, ma poco male, risposi, un pò a caso, con il mio vernacolo stretto livornese e credo che pure lui non capì le mie parole. Non fù il massimo dei dialoghi... Ma la cosa significativa era che il grande Ivan Francescato mi aveva rivolto parola interessandosi a me, ero al settimo cielo. La sera telefonai a Babbo e raccontai il tutto.
Insomma, già era il mio idolo sportivo, ora lo era ancora di più. Lo seguivo a distanza e ascoltavo tutto quello che diceva. Lo vedevo giocare e sognavo un giorno di imparare a fare quella dannata finta di ciuffo con cui lasciava tutti sul posto. Non ci riuscii mai.
Comunque, a metà settembre andammo in Galles in tournee. A quel tempo il rugby italiano era considerato poco o niente Non che fossimo peggiori di adesso, anzi, ma non facevamo parte del 5 Nazioni, semplice.
In Galles ci allenavamo mattina e pomeriggio, e la sera uscivamo un pò. Io, neanche a dirlo, cercavo sempre di uscire con Lui, e non sempre la cosa era di suo gradimento..."basta ceo a gò da usir da solo!" (più o meno)
Insomma, per una settimana frequentammo Cardiff da perfetti sconisciuti. Nessuno ci degnava di uno sguardo, anzi quando capivano che eravamo rugbysti Italiani ci trattavano con un pò di supponenza.
Tutti tranne uno.
Uno dei primi giorni, mentre stavamo caminando in centro, un paio di ragazzi ci avvicinano e guardano Ivan. Lo guardano per qualche secondo poi domandando: "Franciescatò??" Lui li si volta e schivo com'era risponde sotto voce. Loro non capiscono e insistono: "Franciescatò??" Allora qualcun altro risponde per lui.
A quel punto si scatenano! Cominciano a fargli i complimenti per come gioca, gli mimano le sue finte, gli spiegano le azioni più belle che ha fatto e contro chi! Incredibile! In 5 minuti si forma un capannelo di gente che gesticola. Una scena bellissima e indimenticabile! Era l'unico rugbysta italiano tanto bravo da essere conosciuto in Galles. Unico.
Ecco, così me lo ricordo. Ciao Ivan, un abbraccio!

Nessun commento:

Posta un commento