venerdì 30 dicembre 2011

QUANDO SCAPPA...SCAPPA

Stagione 2004-05, ero a Viadana già da un anno, la campagna acquisti estiva mi regala un compaesano, Luigi Ferraro, di Firenze. Non c’è che dire, un bel personaggio. In preparazione arriva con qualche acciacco lasciato dalla recente partita di calcio fiorentino. Forse non tutti sanno cos’è il calcio fiorentino. 
E’ uno “sport” dove l’unica vera regola è che non ci sono regole. Al calcio fiorentino si incontrano due squadre di “calcianti”, li chiamano così forse perchè sono intenti a darsi calci nel culo dall’inizio alla fine, i quali si scontrano in piazza Santa Croce, ad un gioco che assomiglia alla palla mano per il fatto di fare goal in una porta, ma che per il resto non ha niente a che vedere. Vale tutto! Entrano in piazza e se le danno di santa ragione fin che hanno la forza di alzare le mani...e i piedi. Pazzi scatenati. Anche solo per entrare in campo ci vuole un coraggio da leone.
Mi viene a mente un aneddoto...strano.
Nel 2000, andammo in tournee alle Fiji e i primi giorni, dovendo smaltire il fuso orario, ci trovavamo nella hall dell’albergo alle 3 o 4 di notte, svegli come grilli. Nello stesso periodo c’erano anche gli europei di calcio e visto che eravamo svegli avremmo voluto vedere qualche partita...invece no. Alle Fiji trasmettevano il Calcio Fiorentino, con diretta tv sul canale RTV38! Incredibile! E la cosa pIù bella era vedere come si divertivano in fijani a guardare quei matti ammazzarsi di botte! Fine dell’aneddoto...
Insomma Gigi arrivava a Viadana con la fama del tipo tosto, senza paura, uno con le palle. Effettivamente in campo non aveva paura di niente, non si tirava mai indietro, placcava duro ed era uno su cui potevi contare. E’ sempre uno su cui contare visto che è vivo e vegeto...
Un giorno andiamo a giocare contro il Gloucester, loro avevano una mischia poderosa che stava surclassando tutte le squadre del campionato inglese. Roba da brividi per i nostri. Gigi però era in panchina, anche se fremeva per entrare. Era una serata fredda e ventosa.
La partita, come spesso accadeva alla italiane di coppa, si era messa male ma la nostra mischia, in generale non aveva demeritato. Ecco perchè Gigi era rimasto tra le riserve anche una parte del secondo tempo. Ad un certo punto il cambio. 
Lo stadio non era pieno, ma c’era comunque tanta gente. Touche per loro, ovviamente la vincono, difendiamo, buona linea difensiva, ordinati, precisi e alla fine commettono un errore. Mischia per noi dal lato opposto alla panchina e sotto la tribuna più gremita di tifosi.
L’arbitro prepara la ripresa del gioco: “crouch and hold...” Le mischie, legate, si abbassano pronte all’impatto. Da mediano di mischia, guardo Gigi appena entrato e lo vedo fare una smorfia di grande sofferenza. Un altra. Si slega dai piloni e si gira, sistema le seconde e si riposiziona. L’arbitro, dopo aver interrotto la sequenza di ingaggio, chiede se è tutto a posto e ricomincia: “crouch and hold...” Gigi, dopo l’ennesima smorfia, interrompe ancora, si slega, fa un passo avanti e si si accuccia in terra. Dalle tribune si sente un mormorio. Ci guardiamo gli uni con gli altri senza sapere che fare, se non chiedere al nuovo entrato cosa stesse succedendo. Lui si alza, mi guarda con uno sguardo terreo e mi dice: “c’ho uno strizzone! mi ca’o addosso!” 
lo lo guardo e mi guardo intorno, rispondo stupidamente: “non ce la fai a tenerla?” lui con una faccia sofferente scuote solo la testa. Mi viene da ridere ma trattengo le emozioni. Cerco di parlare all’arbitro ma non riesco a spiegarmi. Allora il capo si rivolge direttamente a Gigi ma è preso da altri problemi. Sono secondi interminabili, il pubblico rumoreggia e i giocatori dell’altra squadra sono impazienti di ricominciare. 
Chiamano il nostro medico in campo, arriva correndo, gli spieghiamo la situazione e lui chiede il cambio temporaneo... Ovviamente non si può, non c’è sangue. Insistiamo ma niente da fare. Allora il fiorentino di ferro tira fuori gli attributi e parla, anzi sbraita: “Ci vuole il sangue! Dottore prendi il bisturi! tagliami!!!” “ma cosa dici?” “dottore tagliami!!! Ho detto tagliami”  e gli porge l’avambraccio. Il pilone al suo fianco, gli prende il braccio e lo gira: “se tagli le vene altro che strizzone...”
A quel punto, con tutta la buona volontà, non potei più trattenermi e scoppiai a ridere, come altri di noi, mentre gli inglesi guardavano la scena con quello sguardo tipico di chi non capisce niente di cosa sta succedendo. 
L’arbitro cominciò ad incalzare, voleva trovare una soluzione, ma non voleva concedere il cambio per ferita. Gigi, all’ennesimo strizzone, partì di corsa, con le mani sulla pancia e un pò piegato in avanti, verso lo spogliatoio. Entrò dentro e ci lasciò là, tra le risa nostre, degli inglesi, dell’arbitro e anche del pubblico...ormai tutti avevano capito il grande problema dell’eroe del calcio fiorentino! Si era cahato addosso...ma era stato il freddo! Su quello ci potrei giurare!
Finimmo di giocare ma ormai il meglio lo avevamo dato lì, in quella mischia.

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