venerdì 2 dicembre 2011

ITALIA-SCOZIA fine

Entriamo in campo. Di corsa. E’ bellissimo, lo stadio è pieno di gente che esulta in un atmosfera di festa. Ci saranno almeno 8000 scozzesi, venuti a Roma per dare il benvenuto alla squadra Italiana nel torneo. E’ il momento dell’inno. Mentre cantiamo mi vengono in mente le parole di sottoufficiale della marina che ci stava preparando per la cerimonia del giuramento: “state attenti ragazzi, il nostro inno tende a gasarci, dovete tenere il tempo giusto fino alla fine”. E’ vero, una parte dello stadio finisce l’inno un prima, di conseguenza si sentono due distinti  finali. Che stupido sono a pensare ad una cosa del genere prima di giocare... Comunque, che tutto lo stadio canti “Fratelli d’Italia”, è già un successo…
La partita comincia, è dura ma siamo pronti. Ribattiamo colpo su colpo, ed in più noi abbiamo Diego. Quanto è bravo! Credo sia il più piccolo di statura in campo, ma è un gigante per il contributo che dà. Non sbaglia mai ed ogni palla data a lui è messa in cassaforte. Fa sempre la cosa giusta al momento giusto, e poi placca come un dannato. Irraggiungibile.
Sul campo sono in 30 che se le danno di santa ragione. Nessuno si tira indietro, il match è equilibratissimo.
Siamo in un buon momento, ma non riusciamo a sfondare quella maledetta linea.
Raggruppamento sui 5 metri in attacco, Troncon vede arrivare “Ciccio” De Carli lanciato in velocità…e che velocità. Il passaggio va a buon fine ed il nostro ariete carica a testa bassa. Meta!
Ma ci pensate!? Dopo una vita a sognare di giocare contro i mostri sacri del rugby, un bel giorno il comitato del 5 Nazioni ci accetta, ma ci tratta ancora con tanta superiorità. Ci snobba quasi. Questa doveva essere solo una partita di esordio di una squadra, che secondo loro, non avrebbe avuto scampo. Invece no. Sembra che ci riesca piuttosto bene giocare a rugby. Abbiamo segnato, e possiamo farcela. Diego rinforza, piazzando la trasformazione, ma soprattutto poco aggiunge altri 3 punti con un drop dei suoi. Ci siamo! Che ansia, quanto manca???

L’imprevisto c’è sempre…si infortuna un ala. Entra Marco Rivaro. L’ultimo arrivato, quello che due giorni prima era a Genova a pensare a fatti suoi. Lo guardo, ha un aria strana. Gli domando come vada e mi risponde: “belin…un po’ nervosetto…”. In bocca al lupo!
Entra e dopo 2 minuti gli si presenta un’azione impossibile: difendere da solo contro due scozzesi lanciati in velocità… Terrore in panchina. Marco scatta in avanti come un razzo e tira il più forte placcaggio d’incontro che abbia mai visto fare ad anima viva! Sciok! La palla schizza in aria e lo scozzese schizza in terra, tramortito! Boato nello stadio e animi gasati a mille!
Li abbiamo in pugno. Hanno paura. L’ultimo placcaggio, oltre a fermare un azione da meta, ha esaltato noi e depresso loro.
Non c’è tempo per pensare, Troncon rimane a terra e io sono già pronto ad entrare. Gioco pochissimo e nonostante il poco tempo  non ricordo niente di cosa ho fatto. Sono entrato con un solo pensiero: placca, placca e placca. Quando ho palla la passo a Diego, ci pensa lui. E' fatta.
Il triplice fischio è meraviglioso! Che gioia, penso a tutti quelli che da rugbysti hanno sognato un momento del genere. Fantastico!
Ma quanto tempo è passato…

1 commento:

  1. Mazza complimenti per il blog é tanta ma tanta roba! Boia mi appassiona un casino! L'ho letto tutto e lo continuo a leggere! Complimenti davvero!! Continua! Aspetto una nuova uscita di un altro pezzo di storia regbistica;) torna a trovarci poi!

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