giovedì 22 dicembre 2011

LA DIETA

Al mondiale in Australia nel 2003, avevamo un preparatore fisico francese, Pascal Valentini, molto scrupoloso in fatto di alimentazione.
Quando fai sport ad alto livello, l’alimentazione è fondamentale per rendere al meglio, e lui ne era a conoscenza, nostro mal grado. Facevamo una riunione al mese, parlando di giusta alimentazione. Proteine, carboidrati, grassi, quanto e quando mangiare. Un grammo di carboidrati equivalgono a 4 calorie, un grammo di grassi a 9 calorie ecc... Eravamo diventati degli esperti...più o meno. Fatto sta, che Pascal ci teneva sotto stretta osservazione. Ogni raduno avevamo la pesata, il plicometro (uno strumento che serve per misurare i grassi corporei), e chi sgarrava si guadagnava la presenza al tavolo dei ciccioni. Non era un gran bel premio a dirla tutta. I ciccioni mangiavano molto poco rispetto agli altri, e soprattutto non potevano mai sgarrare, al contrario degli altri che una volta a settimana era concessa una crostata.
La preparazione a Nevegal durò tutta l’estate e il mondiale cominciava a ottobre. Per tutto quel periodo eravamo costretti ad una dieta ferrea. I grassi erano praticamente banditi.
Io sono sempre stato, e lo sono ancora, un gran goloso. Quella dieta mi stava un pò stretta, ma cercavo di seguirla...almeno quando ero in raduno. Gli ultimi venti giorni prima della prima partita, contro la Nuova Zelanda, fu ancora più difficile controllare gli impulsi della fame e della gola. Il volo di andata verso l’Australia, fatto in prima classe, comprendeva ogni ben di dio da mangiare, ma Pascal non mollava mai, era sempre pronto a riprenderci e rimproveraci. Pesante.
A Cambera in hotel, i pasti erano a buffet. Sul tavolo imbandito c’era qualsiasi cosa, ma spesso nel cibo mettevano troppo burro e quindi ci era vietato. C’erano dei panini buonissimi, lunghi e stretti, sembravano quasi grissinoni, ma erano leggermente più morbidi. C’erano anche delle ottime acciughe, con cui ci condivo spesso l’insalata. Qualche volta abbinavo acciughe e pane e mi facevo un paninetto come mi preparava mio nonno da piccolo. A dire il vero mancava il burro, ma quello era assolutamente off limits!
Passavano i giorni e, nella mia testolina, cominciavo ad associare i tre ingredienti: pane, burro e acciughe. Ma la partita contro la Nuova Zelanda si avvicinava costringendomi a scacciare via la malsana idea. Quanta pazienza.
Arriva il giorno della partita. Tensioni altissime, emozioni a non finire e rilassamento post-partita. Andiamo a cena, mi sistemo nel tavolo rotondo insieme ad alcuni ragazzi e noto che sul tavolo ci sono i panini vicino al burro ed alle acciughe...mi guardo intorno, non c’è traccia di Pascal. Dichiaro ai commensali: “Ora mi merito un premio! Non mi frega un bel niente della dieta! Mi sparo tre panini burro e acciughe!”. Risate.
Mi avvicino al buffet, carico il piatto con gli ingredienti e torno al tavolo. Mi siedo spalle alla porta e comincio a spalmare il burro sui panini. Uno alla volta, meticolosamente, sto facendo un capolavoro. Mentre spalmo faccio anche il verso, in francese, a Pascal: “non mangiare qui...non mangiare lì...” Al tavolo ridono tutti, forse anche troppo...
Finito di spalmare il burro, posiziono le acciughe, tre o quattro a panino, disposte a quarantacinque gradi rispetto al piano longitudinale. Riguardo la composizione sul piatto e ho già l’acquolina in bocca! I ragazzi mi fomentano: “ma si, chi se ne frega di Pascal! Mangia tutto!” 
Tutto soddisfatto, prendo il primo panino in mano, lo avvicino alla bocca e parto con un gran morso!
Tempo di stringere i denti, che dietro di me sento un urlo bestiale! E’ Pascal! Incazzato nero, mi riempie di insulti: “ooohhhh puten!!! che fai!?!? ti mangi il burroooo!!!! ooohhhh!!! mi prendi pure per il culooo!!!” Quante me ne ha dette. Tutti ridevano, tranne noi due. Lui urlava, ed io cercavo di mandar giù quel boccone che mi era rimasto di traverso...
Ovviamente quei tre panini meno un morso rimasero sul tavolo, e dovetti ripiegare su di un insalatina...con le acciughe però!

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